Marrakech in Camper

tra caos, magia e tradizione.

Se il Marocco ha un volto che tutti riconoscono, quello è Marrakech: la città che più di ogni altra sembra racchiudere l’essenza del paese.

Visitare Marrakech è un’esperienza che cattura tutti i sensi: un turbinio di colori, suoni, profumi e vita che travolge anche i viaggiatori più esperti.

Campeggi e mezzi di trasporto

Noi, prima di lanciarci nel cuore pulsante della città, abbiamo fatto una scelta strategica: parcheggiare Roger in un campeggio a circa 20 minuti dal centro. Il campeggio El Ferdaous era semplice, ma funzionale e pulito: per 75 MAD (7,5€ circa), abbiamo trovato un piccolo angolo di tranquillità lontano dal traffico e dai clacson incessanti, ideale per ricaricare le energie insieme alle nostre piccole Sila e Ginny. Esistevano campeggi più lussuosi, ma per le nostre esigenze questo basico si è rivelato ottimo.

Per raggiungere il centro dal campeggio ci sono mezzi organizzati messi a disposizione dalle strutture, ma li abbiamo trovati costosi e poco affidabili.

Il giorno successivo abbiamo optato per un taxi condiviso, un metodo molto diffuso: ci si mette in strada nella direzione desiderata, si aspetta che qualcuno si fermi, si contratta il prezzo e si viene accompagnati “nei pressi” della destinazione scelta, spesso per circa 1€.

I bus ci sono, ma sono pochi e con orari poco affidabili, mentre i taxi tramite app, tipo Careem o altre app locali simili, si sono rivelati una soluzione comoda e sicura: il pagamento tramite app impedisce gonfiamenti delle tariffe. Per la stessa tratta, un taxi fermato per strada ci aveva chiesto 100 MAD (10€), contrattati a 80 (8€), mentre con l’app abbiamo pagato 50 MAD (5€). Questo metodo si è rivelato particolarmente pratico per muoversi liberamente senza sorprese e stress.

Il primo impatto con Marrakech

Appena si entra nella Medina, Marrakech ti avvolge completamente. Le strade si stringono, il ritmo accelera, e tutto sembra vibrare in un unico respiro.

Raggiungere Jemaa el-Fna, la piazza principale, significa varcare la soglia di un altro mondo: il frastuono dei tamburi, i flauti degli incantatori di serpenti, le voci incessanti dei commercianti… un’energia travolgente che cattura dal primo passo.

Di giorno la piazza è un intreccio di suoni, odori e movimento: venditori con abiti tradizionali vivacemente colorati, chiromanti, artisti improvvisati, ragazzi che offrono spremute d’arancia. I profumi dei cibi si mescolano: il fumo delle griglie, le spezie, gli agrumi, il tè alla menta.

Il Souk è un labirinto che pulsa di vita: vicoli stretti, ceramiche dai colori ipnotici, ottoni che brillano sotto luci improvvisate, tessuti che ondeggiano come vele, pelli appese ovunque. L’olfatto viene catturato da spezie intense, frutta dai colori vividi e dolci… insieme agli odori più forti delle macellerie, mano poetico, ma parte integrante della realtà della città.

Orientarsi è quasi impossibile: persino Google Maps sembra arrendersi. Ogni deviazione porta a scoprire angoli nuovi, ogni vicolo si confonde con il precedente. Chiedere indicazioni diventa inevitabile, ma spesso queste strade alternative regalano scoperte sorprendenti, trasformando la visita in un’avventura continua.

La sinfonia di Marrakech

Se i colori colpiscono la vista, i suoni ne definiscono l’anima.

Camminando tra la folla, ci si lascia accompagnare da una vera sinfonia urbana: la musica ipnotica dei Gnaoua, i martelli dei fabbri che scandiscono il ritmo, i carretti di legno che avanzano tra la gente, i motorini che sfrecciano con sorprendente agilità. A volte sembra di trovarsi dentro una coreografia perfettamente imperfetta.

Poi si ode il richiamo del muezzin. Tutto si sospende per un attimo. Il vociare si abbassa, il ritmo rallenta, e la città sembra respirare più lentamente. Ma subito dopo tutto riprende, come se qualcuno avesse premuto “play” su una musica interrotta.

E naturalmente ci sono i commercianti: con il loro intramontabile “amico mio, prezzo speciale per te!” diventano parte della scena, tra simpatia, insistente cortesia e qualche inevitabile tentativo di convincere anche i più restii.

Jemaa el-Fna di notte: il vero spettacolo

Quando il sole cala e il cielo si tinge di sfumature arancioni, Jemaa el-Fna si trasforma. Le lanterne si accendono, i venditori montano le loro cucine itineranti e il fumo delle griglie invade l’aria con profumi irresistibili. La piazza diventa un grande teatro a cielo aperto.

Il caos del giorno si muta in festa collettiva: un’energia travolgente che cattura, coinvolge e talvolta stanca, ma difficilmente lascia indifferenti. Camminare nella piazza significa lasciarsi trasportare da melodie lontane, profumi invitanti, e spettacoli improvvisati che sorprendono a ogni angolo.

Se siete affamati, scegliete uno dei tanti stand che offrono cibo e immergetevi nel caos, nella musica e nei cori che vengono intonati per attirare persone. Sebbene questi posti siano molto turistici, l’esperienza che vivrete sarà molto intensa e ricca di sorprese.

Anche se l’insistenza e il trambusto possono risultare impegnativi, questa immersione totale nella vita locale è ciò che rende Jemaa el-Fna unica al mondo.

Oltre Jemaa el-Fna: cosa visitare a Marrakech

Marrakech non è solo piazza e souk: offre una miriade di luoghi e angoli da scoprire.

Le mura che circondano la Medina, con torri e porte decorate, sono perfette per passeggiate e per scattare fotografie suggestive. Ogni porta racconta una storia, ha un nome e un carattere diverso, e percorrerle significa quasi fare un viaggio nel tempo.

La Grande Moschea della Koutoubia, con il suo imponente minareto che domina lo skyline di Marrakech, è uno dei simboli più noti della città. Costruita nel XII secolo, ha linee sobrie ma eleganti che la rendono immediatamente riconoscibile. L’accesso è riservato ai fedeli, ma osservarla dall’esterno, soprattutto al tramonto quando la luce ne esalta i dettagli, è un’esperienza davvero suggestiva. La sua presenza domina la città e ricorda quanto la storia e la spiritualità siano parte integrante della vita di Marrakech.

Il Dar el Makhzen (Palazzo Reale) incanta con le sue mura possenti e ingressi eleganti. Accanto, vicoli meno frequentati riservano spesso sorprese: piccoli negozi di artigianato, antichi hammam, fontane nascoste e cortili segreti che raccontano la vita quotidiana.

Per chi cerca relax, Marrakech offre vere oasi: il Jardin Majorelle, un’esplosione di colori e serenità, e il Jardin Secret, che combina giardini tradizionali e architettura marocchina.

Gli appassionati di storia e cultura troveranno molte opzioni: il Museo di Marrakech, il Museo delle Arti Marocchine, e le mederse con cortili e decorazioni intricate. Palazzi e riad storici permettono di scoprire l’eleganza marocchina più nascosta.

Se siete a Marrakesh durante il Ramadan, considerate che gli orari delle attrazioni sono limitati, se non alcune direttamente chiuse.

Chi ama l’avventura può organizzare escursioni verso altre città imperiali come Essaouira, Casablanca, Fès o Rabat, o partire alla scoperta del deserto del Sahara, con notti sotto le stelle e paesaggi indimenticabili.

In sintesi, Marrakech è un mosaico di storia, arte e vita quotidiana: ogni vicolo, ogni porta, ogni scorcio può sorprendere e regalare emozioni nuove, anche a chi pensa di conoscere già la città.

E alla fine, un ritorno al silenzio

Dopo una giornata così intensa, rientrare nel nostro campeggio a pochi chilometri dal caos è stato un sollievo prezioso.

Il contrasto tra la frenesia della Medina e la calma del nostro piccolo angolo fuori città ci ha permesso di assaporare tutto senza esserne travolti.

Marrakech è intensa. Ti sfida, ti confonde, ti accarezza e a volte ti sfinisce. Richiede presenza, apertura mentale e pazienza. Ma regala emozioni che difficilmente si dimenticano.
È senza dubbio uno di quei posti da vedere almeno una volta nella vita. E sì… forse una volta può bastare!

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