portogallo in camper

Quasi alla fine della nostra esperienza in Spagna, mentre studiavamo la mappa, ci siamo resi conto che il Portogallo era proprio lì, a un passo. Troppo vicino per ignorarlo. Così ci siamo guardati e ci siamo detti: “Se non ora, quando?”
Per entrambi era un territorio del tutto nuovo: nessuno di noi c’era mai stato, né in aereo né via terra. L’idea di scoprirlo per la prima volta a bordo di Rogerino, il nostro fidato camper, ci sembrava perfetta. Con noi, come sempre, le nostre compagne di viaggio Sila e Ginny, pronte a condividere ogni avventura. Questa curiosità ci ha spinti a partire subito, senza perdere tempo, verso un paese che prometteva paesaggi incontaminati e sapori autentici.

Bragança, La Valle del Douro e Vila Real

Il nostro ingresso in Portogallo è stato a Bragança, una cittadina dal cuore medievale che ci ha accolti con il suo fascino discreto. Il castello, che domina il centro, sembra sorvegliare silenzioso le stradine strette e le case in pietra, mentre le mura raccontano storie di confini difesi e di viaggiatori che qui hanno sostato nei secoli. Passeggiando nel borgo si respira un’atmosfera tranquilla, quasi sospesa nel tempo, lontana dal turismo di massa, come se la città custodisse gelosamente la sua autenticità.

Benvenuti in Portogallo


Dopo aver respirato questa calma, ci siamo messi nuovamente in viaggio, dirigendoci verso la Valle del Douro. La strada che corre tra i vigneti terrazzati e le colline che scendono sinuose verso il fiume ci ha lasciati senza parole. Guidare lungo quelle curve, con Rogerino che sembrava quasi rallentare per farci godere ogni scorcio, è stata un’esperienza in sé.
A Vila Real, invece, abbiamo percepito un’energia diversa: una città più viva, con un centro animato e un mercato che ci ha subito catturato. Tra i banchi colorati, pieni di frutta, spezie e prodotti locali, ci siamo lasciati tentare dal nostro primo pastel de nata. Ancora caldo, con la sfoglia friabile e la crema che profumava di cannella: sarà solo il primo di molti altri deliziosi assaggi.

Pastel de nata

Peso da Régua e Amarante

Proseguendo lungo la Valle del Douro, siamo arrivati a Peso da Régua, il cuore pulsante della regione vinicola del Douro. Qui abbiamo vissuto una delle esperienze più tipiche: la nostra prima degustazione di vino Porto in una quinta. Dentro le mura antiche, mentre assaggiavamo per la prima volta questo vino particolare, ci hanno raccontato delle famiglie che da generazioni coltivano queste terre.
Da Régua, ci siamo spostati ad Amarante, cittadina elegante affacciata sul fiume Tâmega. Qui abbiamo deciso di concederci una cena speciale, una di quelle che ricordi per il mix di sapori e per l’atmosfera che la accompagna. Abbiamo iniziato con la punheta de bacalhau, un piatto a base di baccalà crudo, cipolla e olive, che racconta bene l’anima della cucina portoghese. Poi è arrivata la papas de sarrabulho, una pietanza ricca e dal gusto intenso, speziata, piatto che poi abbiamo rimpianto, poiché la sua pesantezza ci ha fatto compagnia tutta la notte. Abbiamo concluso con il prego no pão, un panino che racchiude in sé l’essenza della cucina popolare: carne tenera, pane croccante e gustoso formaggio.

Dopo cena abbiamo passeggiato tra le vie illuminate della città, lasciandoci trasportare dal ritmo lento di una serata invernale. Il giorno successivo ci siamo divertiti a provare i particolarissimi Bolos de São Gonçalo, dolci dalla forma insolita e dal sapore che ricordano le nostre zeppole, preparati in onore del santo patrono della città. Una tradizione golosa che, tra ironia, sacro e profano, ci ha fatto parecchio divertire.

Porto: azulejos, francesinha e musica sul Douro

Da Amarante, la nostra avventura ci ha portati a Porto, dove ci siamo incontrati con una coppia di ragazzi viaggiatori e insieme abbiamo iniziato l’esplorazione della città. Prima tappa: la Cattedrale - la Sé do Porto -, imponente e silenziosa, che regala una splendida vista sui tetti rossi e sul Douro. Poi la stazione di São Bento, che più che una stazione sembra un museo: i suoi circa 20.000 azulejos raccontano storie di battaglie, conquiste e scene di vita quotidiana, rapendo chiunque con i loro dettagli.

Stazione di São Bento - Porto

Non potevano mancare il mercato tradizionale, colorato e vivace, con le voci dei venditori che si mescolano agli odori del pesce fresco e delle spezie. La parte culinaria del tour è stata altrettanto intensa. Tutti ci avevano parlato della famosissima francesinha, considerata un’istituzione a Porto: una sorta di sandwich ripieno di carne, ricoperto di formaggio e immerso in una ricca salsa. L’abbiamo provata, ma ci ha lasciati un po’ perplessi: forse troppo carica, forse semplicemente lontana dai nostri gusti.

Francesinha

Per fortuna ci siamo rifatti subito con un pastel de nata preso in una delle pasticcerie storiche della città, ancora caldo, con la sfoglia che si sbriciolava al primo morso e la crema dolce che ci ha fatto dimenticare la delusione della francesinha.
Un’esperienza curiosa è stata entrare nel McDonald’s di Porto, che non ha nulla a che vedere con l’idea comune di fast food. Allestito in un palazzo storico in pieno centro, conserva vetrate decorate, lampadari di cristallo e dettagli in legno d’epoca, una location più adatta a un museo che a un fast food.
La sera Porto si è mostrata nel suo lato più affascinante. Ci siamo seduti lungo il Douro per una degustazione di vini, osservando le luci riflesse sull’acqua.

Degustazione di Porto

Poco distante abbiamo fatto un salto in uno dei negozi più strani e pittoreschi mai visti: “The Fantastic World of Portuguese Sardines“ interamente dedicato alle sardine, con scaffali colorati e scatole decorate come fossero gioielli, ognuna con un anno stampato sopra, dal 1916 a oggi e ognuna di esse portava scritto sopra un aneddoto accaduto nell’anno.

The Fantastic World of Portuguese Sardines - Porto

Abbiamo concluso la giornata con un piccolo regalo inaspettato: un concerto improvvisato sul lungofiume. Una chitarra, qualche voce e la magia del Douro di notte. Porto ci ha salutati così, con musica, vino e quella sensazione di città viva che non smette di sorprendere.

Serra da Estrela: un mese di vita contadina

Dopo la frenesia della città, il viaggio ha avuto una pausa, e che pausa! Nella Serra da Estrela ci siamo fermati per un intero mese grazie a un’esperienza Workaway (se non sapete cos’è, vi invitiamo a leggere il nostro articolo dedicato). È stato come aprire una parentesi completamente diversa rispetto al ritmo on the road: per la prima volta ci siamo immersi nella vera vita di masseria. Abbiamo imparato a potare la vigna, a prenderci cura degli animali, a spaccare la legna con le nostre mani. Piccoli gesti quotidiani che ti riconnettono con il tempo lento della campagna e ti fanno sentire parte di un ciclo che non è solo tuo, ma della Terra intera. Sila e Ginny in questo mese se la sono spassata, si sono godute per un po’ di tempo la vita stanziale e la compagnia degli altri workawayers e animali.

Nei momenti liberi ci siamo dedicati a Rogerino, che aveva bisogno di qualche lavoretto dopo tanti chilometri, e abbiamo esplorato i dintorni. Uno dei luoghi che ci è rimasto più impresso è stata la diga di Vale do Rossim, un bacino artificiale circondato da montagne, dove abbiamo assaggiato il presunto, il delizioso prosciutto crudo portoghese, e un queijo locale, una toma dal sapore intenso.

Presunto e queijo - Serra da Estela

La vera avventura, però, è stata salire fino alla cima più alta del Portogallo: Torre, a quasi 2.000 metri di altitudine. La strada che porta lassù è un susseguirsi di curve e panorami mozzafiato, fino a quando la neve comincia a comparire ai bordi della carreggiata. Arrivare in cima con il nostro camper è stato emozionante: davanti a noi si è aperto un paesaggio bianco, fatto di piste da sci e rifugi di montagna, un mondo che non ci aspettavamo di trovare in Portogallo, conosciuto più per le sue coste oceaniche che per le montagne innevate.
Torre è il paradiso degli sciatori portoghesi: famiglie, ragazzi e appassionati si ritrovano qui per vivere l’inverno in tutte le sue forme, durante i pochi weekend in cui la neve è presente. Ci ha colpito il prezzo per una giornata di sci: poco più di 60€ per il noleggio dell’attrezzatura e per lo skypass giornaliero, un costo impensabile in molte altre parti del mondo!

Nazaré: il regno dei surfisti

Ripreso il viaggio, ci siamo diretti a Nazaré, famosa in tutto il mondo come la mecca dei surfisti. La cittadina, con le sue stradine strette e le case bianche, sembra tranquilla all’apparenza, ma basta avvicinarsi al mare per capire la sua vera natura: l’oceano qui ruggisce con una forza incredibile.
Proprio in quel periodo, abbiamo avuto la fortuna di assistere a una competizione internazionale di surf, con atleti professionisti che affrontavano onde alte anche 15-20 metri. Vederli cavalcare quelle montagne d’acqua è stato ipnotico: ogni movimento, ogni equilibrio precario sembrava sfidare le leggi della gravità. Noi, dall’alto della scogliera, ci siamo sentiti minuscoli davanti alla potenza dell’oceano, impotenti ma affascinati da quell’energia incontrollabile.

Lisbona: storia e movida

Dall’energia selvaggia dell’oceano, il viaggio ci ha condotti nella capitale, Lisbona, accogliente e vibrante. Qui ci ha colpiti subito l’equilibrio tra storia, luce e vitalità che sembra avvolgere ogni strada. Abbiamo cominciato la nostra esplorazione dal Parque Eduardo VII, un vero polmone verde della città. Tra ampi viali e aiuole ordinate, ci siamo fermati a godere della vista spettacolare che si apre sulla città e sul fiume Tejo, un panorama che già ci faceva sentire immersi nell’anima di Lisbona.
Proseguendo verso il cuore pulsante della città, ci siamo incamminati lungo la famosa Rua Augusta, animata da artisti di strada, caffè e negozi colorati. Camminare lì significa sentire il ritmo della città, osservare la gente che passeggia, chiacchiera, si ferma a prendere un caffè. Poco più avanti abbiamo ammirato l’Elevador de Santa Justa, storico e imponente, realizzato in ferro battuto. La sua eleganza ricorda lo stile di Gustave Eiffel, ma in realtà è opera di Raoul Mesnier du Ponsard, ingegnere portoghese di origine francese. Anche senza salirci, la struttura cattura lo sguardo e racconta la fusione tra tradizione e modernità della città.
Proseguendo, siamo arrivati alla Praça do Rossio, famosa per il suo pavimento ondulato bianco e nero che sembra muoversi sotto i piedi dei passanti. Poi ci siamo diretti alla maestosa Praça do Comércio. aperta sul Tejo e circondata da imponenti edifici storici. Ci siamo fermati a osservare le barche scivolare lentamente sul fiume, respirando l’aria salmastra e sentendo il battito della città.
Non potevamo perdere la Cattedrale di Lisbona - la Sé de Lisboa - , dove abbiamo potuto vedere il leggendario tram 28 passare lentamente tra le stradine strette e ripide, un piccolo spettacolo quotidiano che racconta la vita della città. Poco dopo, siamo entrati nella Livraria Bertrand, nel quartiere di Chiado: scaffali altissimi, libri di ogni genere e odore di carta che ti avvolge. Ci siamo persi tra i corridoi, curiosando tra volumi rari e lasciandoci affascinare da ogni dettaglio di questa storica libreria, riconosciuta come la più antica al mondo ancora in attività.
La sera, una nostra vecchia amica che ora vive a Lisbona, ci ha guidati attraverso il lato più autentico della città notturna. Ci ha portati lontano dai percorsi turistici, tra tascas tradizionali e locali nascosti nei vicoli, dove la vita lisbonese scorre senza fretta. Abbiamo assaporato cucina semplice e gustosa, accompagnata da un buon vino locale. Con lei abbiamo scoperto che trasferirsi in Portogallo è molto vantaggioso: il Paese è infatti una meta scelta da molti pensionati europei e da chi cerca opportunità di lavoro, grazie a basse tasse, buona sanità e un sistema di welfare stabile.

Cabo da Roca, Boca do Inferno e il Ponte 25 de Abril

Dalla capitale ci siamo spinti verso la costa, per ammirare alcuni dei paesaggi più iconici del Portogallo. Arrivati a Cabo da Roca, il punto più a ovest dell’Europa continentale, siamo rimasti subito senza fiato. Le scogliere a picco sull’oceano, il vento che sferzava il viso e il rumore incessante delle onde ci hanno accolti in un paesaggio meraviglioso. Il tramonto, con il cielo che si tingeva di arancio e rosa e il sole che scompariva lentamente all’orizzonte, è stato uno di quei momenti che restano impressi per sempre. Insieme a molte altre persone siamo rimasti in silenzio, ad ammirare uno spettacolo quotidiano, ma sempre unico.

Cabo da Roca

Poco distante, il giorno dopo, abbiamo raggiunto la Boca do Inferno, un’impressionante fenditura nella roccia dove il mare si infrange con violenza. La leggenda vuole che qui il diavolo abbia portato le anime dannate, e il luogo, con il suo rumore cavernoso e le onde impetuose, trasmette davvero un senso di mistero e potenza. Il mare in tempesta ha reso l’esperienza ancora più suggestiva.
Proseguendo verso sud e sfiorando nuovamente Lisbona, abbiamo attraversato il Ponte 25 de Abril, spesso chiamato il “gemello del Golden Gate” per il colore rosso e la struttura sospesa. Costruito negli anni ’60 e originariamente noto come Ponte Salazar, collega la capitale con Almada e regala una vista spettacolare sulla baia. Da lì siamo ripartiti verso Setúbal, pronti per nuove scoperte lungo la costa.

Setúbal, Troia, Comporta e Sines

A Setúbal abbiamo passeggiato tra vicoletti e panorami che si affacciano sul Parco della Arrábida. La città è nota per essere tra le migliori dove vivere, grazie a un ottimo rapporto qualità-prezzo della vita. Qui abbiamo assaggiato il primo pastel de bacalhau, una crocchetta di baccalà: sarà stata la fame, ma ci è sembrata deliziosa.
Al tramonto, dal porto, abbiamo preso il traghetto per la penisola di Troia, una lunga lingua di sabbia che si protende verso l’oceano. La sua natura selvaggia e intatta si alterna a zone più chic, con resort e villaggi eleganti. Da qui, proseguendo verso Comporta, ci siamo trovati circondati da risaie e spiagge infinite, un luogo che sembra sospeso nel tempo d’inverno, mentre d’estate diventa meta di movida.
A Sines, città natale di Vasco da Gama, ci siamo immersi nella storia di uno dei più grandi e controversi esploratori europei. Passeggiando tra le stradine del centro storico e il piccolo porto, si percepisce ancora l’orgoglio locale per Vasco da Gama, e ogni angolo racconta un pezzetto delle sue epiche traversate oceaniche.

Algarve: trekking, tramonti e borghi

Scendendo lungo l’Alentejo e arrivando in Algarve, ci siamo lasciati conquistare dalle spiagge spettacolari, tra scogliere a picco, sabbia dorata e acque cristalline. A Odeceixe, piccolo borgo caratteristico con il suo mulino a vento e la spiaggia divisa dal fiume, abbiamo approfittato dei primi caldi per un trekking lungo sentieri panoramici, arrivando fino a delle scogliere, tra le più belle al mondo. Sila e Ginny ci hanno accompagnati con entusiasmo, correndo tra le rocce e annusando ogni angolo.
Proseguendo verso Sagres, abbiamo raggiunto il Cabo São Vicente, il punto più a sud-ovest dell’Europa. Qui il vento è potente e l’oceano sembra infinito. Abbiamo assistito al leggendario “ultimo tramonto d’Europa”, con il faro che si stagliava contro il cielo infuocato. Il momento era quasi magico: il rumore delle onde, i gabbiani che volteggiavano e i colori del cielo ci hanno lasciati senza parole, rendendo questi ultimi giorni in Portogallo davvero speciali.

Cabo São Vicente

Silves, Faro e Santa Luzia

Prima di lasciare il paese, ci siamo fermati a Silves, una città che conserva ancora l’anima del passato moresco. La sua fortezza in pietra rossa domina il centro storico e regala una vista spettacolare sulle stradine circostanti e sulle colline vicine. Passeggiare tra le mura, i giardini, vedere l’antica cisterna e leggere le leggende di questo luogo è stata un’esperienza affascinante, e ci ha consentito di ammirare una delle ultime, e meglio conservate, fortezze moresche ancora esistenti in Europa.

Fortezza Moresca - Silves

Proseguendo verso Faro, capitale dell’Algarve, ci siamo immersi nel suo centro storico circondato da mura antiche. I vicoli tranquilli, le piazze vivaci e le chiese decorate ci hanno permesso di respirare l’atmosfera della città, lontano dai flussi turistici più affollati.
L’ultima tappa del nostro viaggio è stata Santa Luzia, pittoresco borgo di pescatori famoso per le sue stradine bianche, ristorantini e i piccoli porticcioli. Qui ci siamo concessi un’ultima cena a base di pesce fresco in una tasca locale, gustando piatti semplici ma ricchi di sapore. Tra il profumo del mare e la luce calda del tramonto, abbiamo brindato alla fine del nostro tour, un saluto perfetto al Portogallo e alle sue infinite sorprese.

Riflessioni sul Portogallo

Il nostro viaggio in camper con Sila e Ginny ci ha lasciato tante impressioni, alcune piacevoli, altre sorprendenti:

  • Animali 🐾 – Purtroppo il Portogallo non si è rivelato particolarmente pet friendly. In molti ristoranti, negozi e attrazioni le nostre piccole compagne non erano ammesse, e abbiamo dovuto spesso cercare soluzioni alternative.

  • Cibo 🍴 – La cucina portoghese ci ha conquistati soprattutto nei dolci e nei piatti tradizionali come il pastel de nata e il bacalhau, crocchette e stufati saporiti che raccontano la storia del paese. Alcune specialità celebri, come la francesinha, ci hanno invece lasciati un po’ perplessi: molto pubblicizzate, ma non sempre all’altezza delle aspettative.

  • Van life 🚐 – Vivere e viaggiare in camper qui è stato un vero piacere. In bassa stagione è possibile sostare quasi ovunque rispettando le regole, scoprendo borghi, spiagge e paesaggi spettacolari senza la pressione di cercare sempre un alloggio. Solo in alcune zone costiere molto turistiche abbiamo trovato divieti precisi, ma nel complesso il Paese offre grandi opportunità per chi ama l’avventura su ruote.

  • Persone 👥 – I portoghesi ci sono sembrati più riservati rispetto agli spagnoli, ma sempre gentili e disponibili, in caso di bisogno. Non c’è però la stessa apertura immediata che si percepisce altrove.

  • Costo della vita 💰 – Ci aspettavamo prezzi più bassi in assoluto, ma in realtà per i residenti molte spese possono essere detratte o “scaricate” dalla dichiarazione dei redditi, dalla sanità ai ristoranti, rendendo la vita quotidiana più conveniente rispetto a quella dei turisti. Questo dettaglio rende il Portogallo interessante non solo per una vacanza, ma anche per chi pensa di trasferirsi o vivere qui più a lungo.

Nel complesso, il Portogallo è un Paese che sorprende chiunque voglia scoprirlo lentamente, con il cuore aperto e la voglia di esplorare.

Ora però per noi è il momento di andare, la prossima avventura ci attende!

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workaway: oltre il viaggio